Nei «ruoli esattoriali» 400 miliardi di crediti

Nel meccanismo della riscossione i ruoli fanno la parte del leone. Anche una parte degli incassi da evasione (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) passa infatti da lì: 4 miliardi solo nel 2010. Una modalità di recupero dei crediti a cui fanno ricorso non solo lo Stato, ma pure gli enti locali e gli altri enti pubblici (per esempio Inps, Inail, Camere di commercio e consorzi di bonifica). Ma il grosso viene da Dogane ed Entrate, i recuperi per tributi gestiti dalle due principali agenzie fiscali incidono per il 50% sul totale dei carichi di ruoli da riscuotere. Resta una massa di crediti ancora da incassare pari a circa 400 miliardi.
Il ruolo è un elenco che raccoglie in modo ufficiale i nominativi di coloro che hanno pendenze debitorie verso un soggetto pubblico. Una sorta di maxi-tabulato su cui sono riportati generalità, indirizzo di recapito e importo dei crediti che non vi è stato modo di riscuotere per le vie ordinarie. Il debitore se ne accorge quando gli arriva una raccomandata con la cartella di pagamento. Da questo momento il destinatario ha 60 giorni tassativi per pagare, altrimenti incappa in ganasce fiscali, pignoramenti o ipoteche immobiliari. Prima di iniziare l'azione esecutiva Equitalia manda un sollecito bonario (3,4 milioni nel 2010).
L'elenco (ruolo) viene compilato periodicamente dall'ufficio creditore e inviato all'agente della riscossione (dal 2006 è Equitalia). Questi procede all'incasso, senza curarsi di porteste e lamentele.
Prima del 2000 i ruoli riscossi erano minimi. Poi, con la riforma, la riscossione è diventata più efficace. Gli ultimi risultati parlano di una progressione crescente del tasso di riscossione. Nei primi 4 mesi del 2011 sono stati introitati a mezzo ruolo 3,1 miliardi di euro (+12,5% sul 1° quadrimestre 2010). Non vengono tralasciati i crediti da morosità rilevante (oltre 500mila euro), i quali incidono di norma per almeno un 20% sul totale portato a riscossione.
La Corte dei conti, nel recente Rapporto di coordinamento della finanza pubblica, ha considerato apprezzabile il dato medio secondo cui circa il 20% del carico netto viene definitivamente acquisito nelle casse dello Stato (ma per questo traguardo bisogna aspettare due lustri, come dimostra la tabella in pagina). Può apparire un dato troppo modesto, ma rispetto al passato segna un progresso e anche la Corte dà atto di casi specifici in cui, precedentemente, le percentuali di recupero erano dimezzate.

Fonte:Il sole 24ore