"Le Figaro" e gli stipendi d'oro dei nostri burocrati



PALERMO Un'operazione verità sul personale della Regione viene chiesta da Michele Palazzotto e Enzo Abbinanti, segretario generale e componente della segreteria di Fp Cgil, dopo l'articolo di ieri di Le Figarò. «Qualche giorno fa il Corriere della Sera e ora Le Figarò basandosi sulle cifre globali della Corte dei Conti - scrivono - dipingono la Sicilia come la Regione degli sprechi. La realtà è che si sta sempre più divaricando la forbice fra chi nell'amministrazione regionale guadagna troppo (gli alti burocrati e i funzionari vicini alle stanze del potere) e chi guadagna esattamente come gli altri dipendenti pubblici. Alcuni esempi: oltre 6 mila dipendenti hanno uno stipendio lordo annuo che non supera i 25 mila euro e che tradotto equivale a non più di 1.500 euro al mese; oltre 5 mila dipendenti, precari da più di vent'anni per volere della politica clientelare, sono invece sulla soglia dei 1.000 euro mensili in busta paga».
Ma l'assessore alla funzione pubblica e alle autonomie locali Caterina Chinnici ha inviato una lettera al direttore de Le Figaro per «chiarire le imprecisioni contenute nell'articolo ed evidenziare alcuni dati in grado di correggere l'immagine distorta delle retribuzioni degli stipendi dei dipendenti regionali che emerge da quell'articolo». «Nessun dipendente regionale ha goduto di incrementi del 40%» precisa l'assessore . Gli stipendi tabellari dei dipendenti della Regione Siciliana sono pressochè identici a quelli delle altre regioni d'Italia: si va dai 1.376 euro dell'operatore di categoria A, ai 1.493 del collaboratore di categoria B, ai 1.704 euro dell'istruttore di categoria C, ai 1.972 del funzionario di categoria D. I dirigenti di seconda e terza fascia percepiscono in media 3.811 euro comprensivi di retribuzione di posizione e indennità integrativa speciale. I dirigenti di prima fascia raggiungono invece 7.930 euro mensili. Dal 2004 al 2008 l'aumento della spesa complessiva per stipendi è causata dalla contrattualizzazione - per scaglioni - a tempo determinato e per 5 anni, quindi fino al dicembre 2010, di oltre cinquemila Lsu (Lavoratori socialmente utili) che non sono dipendenti di ruolo dell'amministrazione. Dividere, quindi, la somma destinata agli stipendi (comprese le retribuzioni degli Lsu) per il numero dei soli dipendenti di ruolo è un falso storico, amministrativo e, perfino, algebrico».

http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=20364&Edizione=12&A=20100203