La crociata dell’Idv contro Equitalia- Gerit
Una sede di Equitalia, Roma
Equitalia è nel mirino dei cittadini e ora anche dei politici che siedono in parlamento. Il caso lo riporta oggi Stefano Pedica dell’Idv con una interrogazione a risposta scritta rivolta a Tremonti, ministro dell’Economia e delle Finanze. Nella premessa Pedica sottolinea che la società pur essendo privata (è una società per azioni) le azioni sono detenute interamente dal pubblico: il 51% in mano all’Agenzia delle entrate e 49% all’Inps. I compiti sono: l’attività di riscossione nazionale dei tributi e contributi e l’obiettivo della società è «quello di contribuire a realizzare una maggiore equità fiscale, dando impulso all’efficacia della riscossione attraverso la riduzione dei costi a carico dello Stato e la semplificazione del rapporto con il contribuente». Nella pratica, invece, scrive Pedica: «nonostante sia nata inizialmente con il compito di contrastare l’evasione fiscale, ormai è nota soprattutto per i numerosi casi di mal funzionamento a danno dei cittadini». E il mal funzionamento del sistema di riscossione, secondo l’esponente dell’Idv, sarebbe provato dai numerosi casi sanzionati dalla magistratura. E cita alcuni esempi come quello della «Commissione tributaria regionale di Bari, sezione VIII, che con la sentenza n. 36 del 12 aprile 2010, ha giudicato non corretto l’operato dell’esattore che in sede giudiziale non è riuscito a provare la notifica della cartella e ha iscritto ipoteca legale sull’immobile del contribuente, senza essere in grado neppure di dimostrare l’avvenuta comunicazione presso il luogo di domicilio fiscale del destinatario». E ancora: il caso del tribunale di Genova, seconda sezione, che con la sentenza 14212 del 3 dicembre 2010, «ha ritenuto illegittima l’esecuzione immobiliare poiché la somma dovuta dal debitore era inferiore alla soglia minima per la quale è ammessa l’espropriazione». Anche il tribunale di Roma si è espresso con la sentenza del 9 dicembre 2010, con la quale «ha qualificato doloso il comportamento di Equitalia Gerit per avere iscritto ipoteca in assenza dei presupposti». Pedica continua citando anche la sede distaccata di Ostia il cui tribunale ha sentenziato clamorosamente la condanna di Equitalia-Gerit (sent. 9 dicembre 2010) al pagamento della somma di euro 25mila in favore del contribuente per “lite temeraria” ritenendo che nella specie “non si tratta di un risarcimento ma di un indennizzo (se si pensa alla parte a cui favore viene concesso) o una punizione (per aver appesantito inutilmente il corso della giustizia, se si ha riguardo allo Stato) di cui viene gravata la parte che ha agito con imprudenza, colpa o dolo”. Il fatto che il tribunale di Roma in quest’ultima sentenza abbia condannato la Gerit Equitalia S.p.a., scrive infine Stefano Pedica «per la sua condotta senza dubbio scorretta e sintomatica di inefficienze amministrative ex art. 96 c.p.c dimostra come la situazione sia grave e preoccupante per la tutela dei cittadini». Ma ormai i cittadini «sono continui destinatari di decine di “cartelle”, ingiunzioni, esazioni, multe, contravvenzioni, more, precetti, pignoramenti, sequestri, molti dei quali, tra l’altro, illegittimi». Quello che mette in evidenza Pedica è che anche quando la ragione del cittadino –vessato è palese i ricorsi costano, gli avvocati che preparano le istanze alla fine presentano il conto e molto spesso «le spese sono maggiori della stessa multa contestata». Oggi a coronamento dell’iniziativa politica promossa dall’Idv sul caso “Equitalia” si è svolta una pacifica manifestazione sotto le aule parlamentari. A questo punto, all’interrogazione dovrà rispondere Tremonti, il quale però aveva già dichiarato nei giorni scorsi che la questione legata ai pignoramenti delle auto e delle case andava rivista a tutela, appunto, dei contribuenti. Reda.