MAFIA: LA MANI SU APPALTI NEL MESSINESE, UDIENZA GUP 2/4

Fissata al 2 aprile, davanti al Gup del Tribunale di Messina Giovanni De Marco, l'udienza preliminare per 30 boss e affiliati al clan dei 'Mazzarroti' della 'famiglia' mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto che aveva fatto fortuna con l'attivita' vivaistica (da qui il nome 'Vivaio' dato all'inchiesta antimafia), ma che presto aveva cominciato a riciclare i proventi delle estorsioni reinvestendo nel movimento terra e in altre attivita' edilizie. A chiedere il rinvio a giudizio il 5 marzo del boss di Mazzarra' Sant'Andrea, Carmelo Bisognano e del suo 'reggente' Tindaro Calabrese di Novara di Sicilia, i sostituti della Dda Giuseppe Verzera e Francesco Massara. Era stato il Ros dei carabinieri a documentare - attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche - l'ascesa di Calabrese il quale, insieme a Carmelo Salvatore Trifiro' di Barcellona Pozzo di Gotto, aveva gradualmente estromesso dal 'business' legato alla gestione delle discariche e del raddoppio ferroviario Messina-Palermo il boss Bisognano in carcere dal 2003, incastrato dall'inchiesta 'Icaro'. Calabrese aveva cominciato a contravvenire agli ordini che gli arrivavano dal carcere ed aveva imposto il pizzo - anche con attentati intimidatori - alle imprese che non si piegavano a lui, come nel giugno 2005 alla societa' 'Mediterranea costruzioni' srl impegnata nella realizzazione dei lavori di consolidamento della galleria Valdina lungo la tratta ferroviaria Messina-Palermo; ed aveva poi aveva cominciato ad imporre imprese controllate dal suo gruppo nei subappalti come quello per la posa di fibbre ottiche in alcuni Comuni.
Fonte:www.repubblica.it