Mistretta, 12 Marzo 2009 - Qua non si discutono le persone, tutte rispettabili e conosciute, professionalmente apprezzate e valide: è 'indagato' il sistema, il suo consiglio amministrativo, i conti, la regolarità e la reale utilità di un siffatto 'strumento'. Tre mesi di indagini da parte del procuratore di Mistretta, Luigi Patronaggio, dicono la volontà di approfondire un malessere che non è un’impressione più che un sospetto. Tre mesi di indagini sono la risposta congrua ad un malessere percepito da larghe fasce sociali e recepito dai settori istituzionali deputati a dirimere vicende tanto importanti e delicate quanto lo è quella della gestione dei rifiuti nella nostra società e nella provincia di Messina, in quanto ci riguarda. 5 avvisi di garanzia per interruzione di pubblico servizio nella raccolta dei rifiuti in provincia di Messina sono tanti di più in quanto formalizzati nei confronti di 3 componenti del Cda dell'Ato Messina 1 e i dirigenti di Tirreno Ambiente.
Ed ancora più balistici ed assordanti sono in quanto le indagini sono la conseguenza delle segnalazioni di “sindaci, vigili e associazioni ambientaliste che hanno convinto la magistratura a vederci chiaro sui disservizi nel servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti”.
I 5 avvisi di garanzia per interruzione di pubblico servizio (notificati dai finanzieri della Tenenza di Santo Stefano di Camastra) riguardano Laura Trifilo' (nella foto), Vincenzo Sanzarello e Pedro Angelo Spinnato (il Consiglio di Amministrazione dell'Ato Messina 1); Sebastiano Giambo' e Giuseppino Innocenti, amministratori della Tirreno Ambiente.
Ora si parla di pesanti irregolarita' nel servizio, “con ricadute negative per le condizioni igieniche del territorio dei comuni di riferimento” come riferisce l’agenzia Asca. Gli atti dell'inchiesta saranno trasmessi anche alla Procura di Patti, per l’ipotesi di reati fallimentari, e alla Procura della Repubblica di Messina per piu' complessi aspetti relativi ad intrecci societari e alle complessive modalita' di smaltimento dei rifiuti. Ma nei giorni scorsi abbiamo dovuto riferire che l’Ato non può fallire perché è un ente pubblico. Ma allora è meglio che fallisca la legalità?
Fonte: www.parcodeinebrodi.blogspot.com