MESSINA, FINANZA DERIVATA: INDAGATI SEI FUNZIONARI DI BANCA PER TRUFFA AGGRAVATA AI DANNI DI ENTI PUBBLICI.

da Enrico Di Giacomo
Si chiamano “clausole occulte”. E si tratta di contratti per milioni di euro. Da un lato i comuni con le casse all’asciutto che tentano di barcamenarsi, siglando contratti di rinegoziazione dei debiti. Dall’altro le banche. In due parole viene definita “finanza derivata“. E sulle clausole occulte di questi rapporti economici tra comuni e banche adesso c’è un’inchiesta della Procura, che abbraccia un vasto arco di tempo (2002-2007) ed è incentrata sulle “mosse contabili” di tre comuni: Messina, Taormina e Giardini Naxos. A gestirla è il sostituto procuratore della Dda Vito Di Giorgio, che sta lavorando insieme al Gico della Guardia di finanza ormai da un paio di mesi, con una lunga serie di sequestri di atti a Palazzo Zanca e nelle sedi della BNL, la Banca Nazionale del Lavoro, effettuati dai finanzieri tra Roma, Messina, Taormina e Giardini Naxos. Ma non basta. Perché sono già stati iscritti nel registro degli indagati almeno sei funzionari di banca che hanno gestito in passato i rapporti di finanza derivata tra i Comuni e gli istituti di credito. L’ipotesi di reato formalizzata a loro carico dal sostituto procuratore Di Giorgio è quella di truffa aggravata ai danni di enti pubblici. Su tutta questa materia il magistrato della Dda peloritana ha già affidato una consulenza, che in parte è già stata eseguita. E al centro c’è un argomento ben preciso: verificare se nei contratti siglati dai comuni con gli istituti bancari siano state predisposte clausole e condizioni che possano aver causato gravi danni economici agli enti pubblici, per esempio il pagamento di altissime commissioni implicite, oppure l’esborso di tassi esageratamente alti. E proprio qui s’insinua il concetto di “clausole occulte”. Perché secondo quando emergerebbe nella prima fase d’indagine in questi contratti sarebbero state inserite alcune clausole occulte, in qualche modo conosciute solo da una parte che sottoscriveva l’accordo, in questo caso gli istituti bancari, che in un secondo momento avrebbero però impegnato gli enti pubblici ad un forte esborso economico, tramutando all’improvviso un affare “vantaggiosissimo” per le casse pubbliche in un vero e proprio disastro economico. L’inchiesta è ancora soltanto ai primi passi, anche perché abbracciando un periodo d’accertamento molto vasto di attività economica dei Comuni di Messina, Taormina e Giardini Naxos, tra il 2002 e il 2007, è necessario esaminare una mole di atti e incartamenti, su cui sta lavorando in questi mesi il Gico. E sempre nell’ambito dell’inchiesta sulla finanza derivata sono già state sentite alcune persone, in questo caso “informate sui fatti”, ma non è escluso che nelle prossime settimane venga programmato un ciclo di interrogatori degli indagati. Nuccio Anselmo - Gazzetta del Sud
Fonte:http://www.enricodigiacomo.org/2009/05/messina-finanza-derivata-indagati-sei-funzionari-di-banca-per-truffa-aggravata-ai-danni-di-enti-pubblici/